Viaggio in India

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    Mi ha colpito molto questo VIAGGIO IN INDIA, a volte angosciante ma cmq ti porta a riflettere sul senso della vita, ecco una recensione molto azzeccata:

    L’ultima volta che abbiamo avuto il piacere di vedere su grande schermo un’opera del regista iraniano Mohsen Makhmalbaf, la cui filmografia comprende pluriosannati elaborati del calibro di Pane e fiore (1996) e Viaggio a Kandar (2001), risale al 2006, con Sesso e filosofia, affascinante balletto per immagini relativo alla vita sentimentale che, ricco di simbologie, ben pochi seppero apprezzare.

    Ora, con Viaggio in India, sembra nuovamente ricorrere ai due elementi che costituirono il titolo del film precedente, sfruttando però una storia più concreta e meno propensa all’allegoria.

    Ne sono infatti protagonisti una donna molto religiosa (Mahnour Shadzi) e suo marito (Mahmoud Chokrollahi), comunista fermamente convinto che nessun uomo nasca dall’amore, in quanto prodotto di una casuale distrazione avvenuta durante l’atto sessuale.

    In cerca di un guru, un leader spirituale conosciuto come “L’uomo perfetto”, i due, su suggerimento dell’insegnante di meditazione della donna, intraprendono un viaggio dall’Iran all’India, nel corso di cui, tra cinici fotoreporter, strambi tassisti e uomini che si dicono capaci di fermare i treni con lo sguardo, Makhmalbaf trova modo di lasciar emergere non poche tematiche legate ai vari aspetti del quotidiano vivere.

    Sarà vero che Dio ha fatto nascere alcune persone in povertà in modo che poi potessero apprezzare maggiormente le piccole gioie della vita?

    E che ambire al denaro e alla fama significa correre in una gabbia come criceti impazziti?

    Sono soltanto due dei quesiti su cui veniamo invitati a riflettere nel corso della narrazione, mentre ci viene anche suggerito che gli specchi generano egoismo e che ogni cosa reale, come il calore o la vita, può essere già considerata miracolo.

    Ma la maggior parte degli argomenti viene affrontata lasciando intravedere una certa, indispensabile vena ironica, tanto che l’esilarante discorso relativo al modo di porsi delle diverse religioni nei confronti della merda avrebbe sicuramente fatto un figurone sfruttato in uno script di Quentin Tarantino.

    Ed il risultato finale, se da un lato può apparire banale, dall’altro soffre forse di un certo eccesso di carne al fuoco, ma, in ogni caso, si lascia tranquillamente guardare ed apprezzare, senza annoiare mai.

    “Ho scalato ogni montagna, ho attraversato mille valli, sono stato dappertutto, e quando sono tornato ho ritrovato tutto il mondo in una goccia di rugiada su una foglia nel giardino di casa mia.”
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    Edited by @Roby - 15/10/2007, 15:42
     
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  2. ROXROX
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    appena visto... sì è angosciante... sicuramente è meglio la sua opera prima Viaggio a Kandahar, per quanto più povero dal punto di vista della produzione
     
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1 replies since 24/9/2007, 10:04   68 views
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